Quando i sintomi di un attacco cardiaco iniziano gradualmente e non sono successivi a uno sforzo, i pazienti hanno difficoltà a riconoscerne la gravità e si recano in pronto soccorso in ritardo, rischiando così di perdere una
finestra oraria importante per preservare la funzione cardiaca.
È quanto emerge da uno studio condotto negli USA dal team coordinato da Sahereh Mirzaei dell’Università dell’Illinois di Chicago.
Lo studio
Gli autori hanno analizzato i dati relativi a pazienti partecipanti a un più ampio studio sul cuore condotto in diversi Stati degli USA.
Successivamente si sono focalizzati su 343 uomini e 131 donne, di età compresa tra i 29 e i 93 anni, ricoverati in pronto soccorso e per una sindrome coronarica acuta, successivamente confermata.
Quasi la metà dei rispondenti, il 44%, ha segnalato un’insorgenza graduale dei sintomi; il resto sintomi improvvisi. Inoltre, la metà dei pazienti ha impiegato quattro o più ore prima di andare in ospedale.
Quelli i cui sintomi si erano presentati gradualmente hanno impiegato fino a sei ore in più degli altri pazienti per chiedere un aiuto medico e recarsi in ospedale.
In un attacco cardiaco improvviso, i pazienti manifestano un forte dolore fin dall’inizio. Invece, i sintomi di un attacco graduale – leggero malessere, difficoltà a respirare e tensione al torace – non sono così netti, come
sottolineano gli autori dello studio.
“I sintomi possono apparire e scomparire, ma la patologia cardiaca no. Conoscete i vostri sintomi e cercate assistenza medica immediatamente”, conclude l’autrice principale dello studio