Negli Stati Uniti l’ictus è la terza causa di morte per le donne e una delle più importanti cause di invalidità. La prevalenza della malattia non è la stessa nei due sessi, in media ogni anno hanno un ictus 55mila donne in più rispetto agli uomini.
Partendo da questa premessa un aggiornamento appena uscito sulla rivista Stroke fa il punto sui fattori di rischio che riguardano specificamente le donne, in aggiunta a quelli condivisi con gli uomini, come ipertensione, diabete mellito, fumo, fibrillazione atriale.
Kathryn Rexrode, del Dipartimento di Medicina del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa), ricorda che: “quando le donne invecchiano hanno molte più probabilità di avere un ictus come prima manifestazione di malattia cardiovascolare piuttosto che un infarto. Vogliamo capire meglio perché più donne hanno ictus rispetto agli uomini.“
Esaminando la letteratura disponibile sui fattori di rischio per l’ictus specifici per le donne, Rexrode e colleghi hanno concluso che i più significativi sono i seguenti:
- menarca precoce (prima dei 10 anni)
- menopausa precoce (prima dei 45 anni)
- bassi livelli di deidroepiandrosterone (DHEA)
- assunzione di estrogeni orali o contraccettivi orali combinati
Inoltre, le donne che hanno avuto una storia di complicazioni legate alla gravidanza, come il diabete gestazionale, l’ipertensione durante o appena dopo la gravidanza e la preeclampsia, hanno un rischio maggiore ictus. Altri fattori che, secondo il team, necessitano di ulteriori indagini includono l’assunzione dell’estrogeno transdermico o la contraccezione solo progestinica.
In conclusione gli autori sottolineano che le condizioni indicate come fattori di rischio unici per le donne sono molto comuni e quindi l’incidenza della malattia sulla popolazione con queste caratteristiche è bassa. Lo scopo dello studio è semplicemnente quello di richiamare l’attenzione della classe medica e delle donne stesse su questi specifici fattori.
“Queste donne – conclude Rexrode – devono essere monitorate attentamente e devono essere consapevoli che sono a rischio più elevato e motivate ad aderire a stili di vita più sani per ridurre il rischio di ipertensione e ictus.”