Una perdita di peso, anche modesta, nel primo anno dopo una diagnosi di diabete di tipo 2 raddoppia le probabilità di remissione della malattia entro cinque anni.
Lo rivela uno studio inglese, pubblicato sulla rivista Diabetic Medicine, che ha seguito un gruppo di più di 800 persone nei cinque anni successivi alla diagnosi di diabete.
Il messaggio importante che arriva da questo studio è che se si adottano subito provvedimenti per perdere peso, anche senza diete drastiche ed esercizio fisico intenso, si ha la possibilità di fermare o invertire la progressione del diabete che, come è noto, aumenta il rischio di complicanze gravi per cuore, reni, retina.
“Finora – conferma Hajira Dambha-Miller, dell’Unità di Cure Primarie e Salute Pubblica all’Università di Cambridge, UK, primo autore dello studio – ora si pensava che la remissione del diabete fosse ipotizzabile solo con un intervento drastico sulla dieta e un esercizio fisico vigoroso, ma questo studio dimostra che anche modesti cambiamenti nel peso possono cambiare il corso della malattia.”
Lo studio
Lo studio ha preso in esame una coorte di 867 persone, con nuova diagnosi di diabete di tipo 2, con un’età media di 61 anni, comprese nello studio ADDITION-Cambridge, il 61% erano uomini. I partecipanti sono stati identificati attraverso uno screening graduale tra il 2002 e il 2006 e sono stati sottoposti a valutazione di variazione di peso, attività fisica, dieta e consumo di alcol al basale e 1 anno dopo diagnosi. La remissione dal diabete è stata verificata a 5 anni attraverso il dosaggio di emoglobina glicata (HbA1c).
La remissione è stata raggiunta da 257 soggetti (30%). I partecipanti che avevano perso il 10% o più del loro peso corporeo avevano quasi 2,5 volte più probabilità di essere in remissione rispetto a quelli il cui peso era rimasto stabile o aumentato, con un rischio relativo (RR) di 2,43 (P <.01).
Un messaggio per i medici di famiglia
Nella conclusioni dello studio gli autori stressano l’importanza di spingere i pazienti con una nuova diagnosi di diabete di tipo 2 ad adottare subito misure, anche non eccessivamente gravose, per perdere peso.
“Potrebbe esserci una finestra di opportunità dopo la diagnosi quando le persone dovrebbero essere più ricettive agli inviti a sulla perdita di peso”, spiegano gli autori.
Un messaggio rivolto soprattutto ai medici di famiglia, che hanno quasi sempre il primo contatto con la popolazione, in costante aumento, dei diabetici.