Gli over 65 sono una fascia di popolazione cruciale per la sostenibilità del sistema sanitario. In costante aumento, per effetto dell’invecchiamento della popolazione, rappresentano ormai un quarto circa sul totale dei cittadini italiani. E molto c’è ancora da fare per migliorare i parametri di salute.
È quanto emerge da Passi d’Argento (PdA), il sistema di sorveglianza della popolazione anziana voluto da Asl e Regioni e coordinato dall’Istituto superiore di sanità, basato su un campione di 40.000 soggetti.
“Anche se si registrano lievi miglioramenti nella lotta alla sedentarietà, rimangono abitudini alimentari sostanzialmente scorrette e un’immunizzazione non sufficiente”, ha commentato,Michele Conversano, presidente di HappyAgeing Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, dal 2014 impegnata a promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative per la tutela della salute dell’anzianoInoltre, si conferma la grande disuguaglianza tra le regioni nelle politiche sanitarie messe in atto a favore degli anziani”.
Dieta da migliorare e vaccinazioni insufficienti
I risultati dell’indagine sono eloquenti. Tra gli ultrasessantacinquenni, il consumo medio giornaliero di frutta e verdura è ancora lontano da quello raccomandato dalle linee guida, anche se i problemi accertati di masticazione riguardano solo il 12,7% dei soggetti su base nazionale. Ancora rilevante la quota di persone sovrappeso, che arriva al 43% della popolazione anziana.
La percentuale di vaccinati contro l’influenza arriva al 55% se si guarda al dato nazionale, mentre i dati disaggregati parlano di una quota del 61,7% tra chi soffre di almeno una patologia cronica, e del 44,9% nel resto della popolazione.
Un’altra criticità riguarda la forte tendenza alla medicalizzazione: quasi il 90% degli intervistati da da Passi d’Argento ha dichiarato di aver assunto farmaci nella settimana precedente.
Più attenzione a uno stile di vita sano
In ultimo, gli stili di vita, con piccoli progressi rispetto al passato ma con standard ancora insufficienti per una prevenzione efficace delle patologie e per il mantenimento di uno stato di benessere, pur con dati locali che denunciano forti disparità tra una regione e l’altra. Se si guarda al fumo di sigaretta, la statistica mostra che il 10% del campione dichiara di essere ancora fumatore. La restante quota si divide tra soggetti che non fumano (63%) o che hanno smesso da oltre un anno. Agli estremi della statistica sui fumatori, la Puglia, dove il tabagismo riguarda il 17% della popolazione di ultrasessantacinquenni, e la Puglia dove arriva al 7,3%.
Per quanto riguarda l’attività fisica, il 60% si ritiene parzialmente o completamente attivo, mentre il restante 38% è costituito da persone che si definiscono totalmente sedentarie. La quota dei sedentari varia dal 21% nella provincia autonoma di Trento al 55% della Basilicata.
A fronte di questa situazione con luci e ombre, la percezione soggettiva degli over65 interpellati è tendenzialmente buona, anzi forse troppo ottimistica: l’87% del campione ha dichiarato di sentirsi in buona salute