Con questa definizione ci si riferisce alla curva a “J” che mette in relazione i valori dell’indice di massa corporea (BMI) con la mortalità, che ha sempre suscitato perplessità, dal momento che dimostra un aumento di mortalità sia per valori elevati di BMI sia per valori al di sotto del range normale.
Occorre però notare un particolare importante: il BMI si ottiene con la statura e con il peso di un soggetto, senza tenere conto della distribuzione e della percentuale di massa grassa e massa magra. Con questo studio alcuni ricercatori hanno utilizzato i dati dell’ U.S. Health Professionals Follow-up Study per verificare l’associazione tra mortalità e massa corporea magra e grassa in 38.000 persone di età compresa tra 40 e 75 anni.
Durante il follow-up di 21 anni si sono verificati 12.400 decessi: si è effettivamente osservata una curva a “J” tra BMI e mortalità generale, ma quando i dati sono stati aggiustati in base a numerose variabili si è vista una relazione lineare tra massa adiposa e decessi da qualsiasi causa, da causa cardio-vascolare, respiratoria e tumorale. Inoltre i soggetti nel quintile superiore di massa adiposa hanno presentato un rischio di decesso maggiore del 35% rispetto ai soggetti nel quintile inferiore.
La curva a “J” è invece stata osservata nella relazione tra massa magra e decessi da cancro o da malattia cardio-vascolare: rispetto ai soggetti nel quintile inferiore ed in quello superiore, i soggetti nel quintile medio hanno presentato un rischio di decesso inferiore dell’8%-10%.