L’introduzione della prima colazione nei soggetti che la saltano potrebbe non essere una buona strategia per perdere peso. Buona notizia per gli Italiani che cominciano la giornata con un solo caffè.
Un nuovo studio uscito su una delle più autorevoli riviste mediche internazionali (British Medical Journal), che ha avuto una vasta eco, sembra far vacillare una delle convinzioni più diffuse in tema di dieta sana: l’importanza della colazione del mattino.
Lo studio ha analizzato 13 trial di confronto fra gruppi che facevano colazione e gruppi che non la facevano per rilevare le differenze nel controllo del peso e nell’assunzione calorica. Le differenze sono risultate trascurabili, anche se, precisano gli autori, i dati presentano molte disparità e incoerenze che consigliano di valutare con cautela i risultati.
Basta questo per decretare la fine del famoso assunto che la colazione è il pasto più importante della giornata?
Se lo chiede in un editoriale di commento Tim Spector, genetista del King’s College di Londra, che scrive tra l’altro: “Gli svantaggi di saltare la colazione sono stati sfatati da diversi studi randomizzati. Nessuna prova supporta l’affermazione che saltare la colazione fa ingrassare o riduce il tasso metabolico a riposo.”
Spector nel suo editoriale fa un’interessante ricostruzione di come si sia radicata la convinzione a livello scientifico che saltare i pasti, e la colazione in particolare, abbia effetti negativi sull’organismo.
Innanzitutto c’è l’idea che mangiare poco e spesso sia vantaggioso rispetto a fare pasti più abbondanti che richiedono più energie per la digestione, specialmente nelle ore serali in cui i picchi di glucosio sono più alti e i tassi metabolici più bassi. In realtà, dice Spector, queste convinzioni si basano su studi su piccoli animali da laboratorio e pochi studi a breve termine sugli esseri umani.
Diversi studi osservazionali invece hanno messo in rilievo che le persone obese o con diabete tendono a saltare i pasti con più frequenza rispetto ai normopeso e anche questo ha rafforzato l’idea che saltare i pasti possa contribuire al sovrappeso. Tuttavia, scrive Spector, questi studi sono stati viziati da pregiudizi. Le persone che hanno saltato la colazione erano in media più povere, meno istruite, meno sane e con una dieta generalmente più povera. Le persone in sovrappeso erano più propense a provare a seguire una dieta e, dopo un’abbuffata, avevano maggiori probabilità di sentirsi colpevoli e quindi saltare un pasto.
In ogni caso l’idea che saltare un pasto non sia sano è molto radicata in tutte le linee guida anglosassoni. Non saltare la colazione fa parte delle raccomandazioni del Servizio Sanitario inglese (NHS) ed è uno degli otto consigli per una dieta sana delle linee guida dietetiche del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti.
Oggi, però – fa notare Spector – esistono nuove evidenze riguardo i possibili vantaggi di periodi limitati di digiuno soprattutto in relazione alla salute del microbiota intestinale.
“La comunità di 100 bilioni di microbi intestinali – scrive Spector – ha un ritmo circadiano e nei momenti di digiuno varia in composizione e funzione. Sebbene questa sia una disciplina giovane, alcuni dati suggeriscono che le comunità microbiche potrebbero beneficiare di brevi periodi di digiuno. Loro, come noi, potrebbero aver bisogno di riposare e recuperare, il che potrebbe essere importante per la salute dell’intestino.”
In conclusione, avverte Spector, questo non significa che saltare la colazione debba essere considerata una strategia utile, ma solo che il funzionamento del metabolismo nell’arco della giornata non è uguale per tutti e alcune persone sembrano programmate per assumere cibo prima e altre più tardi