Li chiamano i sette semplici passi salvavita (Life’s simple 7) e sono le raccomandazioni dell’American Heart Association per proteggere la salute dell’apparato cardiovascolare.
Un nuovo studio rivela che seguire queste regole di comportamento da 50 anni di età ha un effetto positivo anche per evitare o allontanare l’insorgenza di demenze e malattie neurodegenerative nei decenni successivi.
I sette comportamenti salvavita (Life’s Simple 7)
- controllare la pressione sanguigna
- controllare il colesterolo
- tenere bassa la glicemia
- rimanere fisicamente attivi
- seguire una dieta sana
- perdere peso
- non fumare
Severine Sabia e colleghi del Dipartimento di epidemiologia dell’invecchiamento e delle malattie neurodegenerative dell’Inserm (Università di Parigi) hanno pensato di verificare l’adesione a questi comportamenti in una popolazione di cinquantenni e poi controllare la possibile associazione con l’incidenza di demenza nei successivi 25 anni. I risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal.
Su 7.899 partecipanti, durante il periodo di follow-up medio di 25 anni, 347 hanno sviluppato demenza a una media di 75 anni d’età. I ricercatori hanno valutato l’aderenza ai sette parametri della prevenzione, attribuendo un punteggio di tre punti per ciascuno di essi.
L’adesione dei partecipanti allo studio è stata classificata: scarsa (punteggio 0–6), intermedia (7–11) e ottimale (12–14).
Dopo l’opportuno aggiustamento statistico per potenziali fattori confondenti, la ricerca ha rivelato che un elevato punteggio di aderenza ai sette parametri di prevenzione cardiovascolare era correlato con un minor rischio di demenza.
Nello specifico, nel gruppo con punteggio scarso, la demenza si è verificata con un tasso di 3,2 casi per 1.000 persone l’anno. Nel gruppo con un punteggio cardiovascolare intermedio, la percentuale era di 1,8/1.000, mentre solo 1,3 casi di demenza per 1.000 persone per anno si sono verificate tra coloro che avevano ottenuto il punteggio più alto.
Gli effetti sul volume del cervello alla risonanza magnetica
Inoltre 771 partecipanti allo studio sono stati sottoposti a esami con risonanza magnetica (RM) per valutare l’associazione tra salute cardiovascolare all’età di 50 anni con il volume del cervello intero (somma della materia grigia e bianca), il volume della materia grigia e il volume della sostanza bianca, nonché con i livelli di iperintensità della materia bianca e atrofia dell’ippocampo in media dopo 20 anni.
Un punteggio di salute cardiovascolare più elevato (con un incremento di 1 punto) è stato associato a volumi cerebrali più alti in media dello 0,14% ( 0,06% – 0,22%) e volumi di materia grigia più alti dello 0,12% ( 0,06% allo 0,19%). Un più alto punteggio di salute cardiovascolare è stato associato ad una minore atrofia dell’ippocampo, ma i risultati non hanno raggiunto la significatività statistica (P = 0,07).
Gli autori sottolineano che questo studio osservazionale non può stabilire un rapporto di causa-effetto tra l’aderenza ai parametri cardiovascolari e la prevenzione della demenza. Tuttavia i dati indicano che un comportamento salutare per il cuore dopo i cinquant’anni ha effetti positivi anche sulle funzioni cognitive.
“La prevenzione – scrivono gli autori dello studio – è un elemento importante per affrontare la sfida dall’attesa triplicazione dei casi di demenza entro il 2050. I nostri risultati suggeriscono che i parametri dei Life’s Simple 7, che indicano lo stato di salute cardiovascolare all’età di 50 anni possono definire il rischio di demenza in modo sinergico. I fattori di rischio cardiovascolare modificabili sono obiettivi strategicamente importanti per la prevenzione. Questo studio supporta politiche di salute pubblica rivolte a migliorare la salute cardiovascolare a 50 anni per tutelare anche la salute cognitiva.”