L’uso frequente di sonniferi potrebbe aumentare il rischio di sviluppare una demenza negli anni successivi. Lo suggerisce una ricerca condotta dall’Università della California, San Francisco (USA) e presentata all’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC) 2019.
Yue Leng e coll. hanno preso in considerazione 3.068 adulti senza demenza di età compresa tra 70 e 79 anni. Inseriti nello studio Health, Ageing e Body Composition (Health ABC). I partecipanti hanno segnalato l’uso di farmaci per il sonno nel periodo 1997-1998 e sono stati seguiti nei 15 anni successivi, fino al 2013. Un totale di 147 (4,8%) partecipanti hanno riferito di aver assunto farmaci per il sonno “a volte” (da 2 a 4 volte al mese), 172 (5,6%) hanno riferito di assumere farmaci per il sonno “spesso” (5-15 volte al mese) o “quasi sempre” (16-30 volte al mese). I pazienti che hanno dichiarato di assumere farmaci per il sonno “spesso” o “quasi sempre” avevano il 43% di probabilità in più di sviluppare demenza rispetto a quelli che non avevano assunto mai o raramente farmaci per il sonno (HR 1,43, IC 95% 1,01-2.02). Le associazioni sono risultate indipendenti da età, sesso, istruzione, stato socio-economico, fumo, uso di alcool, indice di massa corporea, sintomi depressivi, attività fisica, co-morbilità, genotipo di APOE 4 e disturbi del sonno.
Il sonno come indicatore di salute del cervello
David Knopman, neurologo clinico presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, che ha moderato la presentazione di questo studio al congresso dell’AAIC ha ricordato che: “nel corso della vita, il sonno è chiaramente un indicatore della salute e della salute del cervello in generale: se il sonno è direttamente correlato alla malattia di Alzheimer come causa dell’accumulo di proteine beta-amiloide e tau (indicatori di Malattia di Alzheimer ndr), o se è un marker di salute non specifico è un tema al centro della ricerca.” Il Ricercatore però fa notare che questi dati non indicano un rapporto causale tra l’uso di farmaci per il sonno e il successivo deterioramento cognitivo. Non si può dire dallo studio che i farmaci per il sonno causino danni cognitivi futuri, ha detto Knopman – Ottenere una migliore comprensione dei meccanismi di questa associazione è un problema chiave per la ricerca futura”.
Yue Leng, primo autore dello studio, ricorda che: “I sonniferi sono uno dei farmaci più frequentemente prescritti negli Stati Uniti tra gli adulti più anziani e si stima che 1 su 5 anziani prende regolarmente i farmaci per il sonno”, ha detto Leng. “Sorprendentemente, gli effetti dell’uso di farmaci per il sonno negli anziani sono poco studiati. La maggior parte delle ricerche precedenti si è concentrata su eventi avversi a breve termine correlati all’uso di farmaci per il sonno, come un aumento del rischio di cadute o un aumento del rischio di perdita della memoria a breve termine. Gli effetti a lungo termine dell’uso di farmaci per il sonno sulle capacità cognitive non sono chiari “, ha osservato Leng.
“Anche se non conosciamo il meccanismo esatto alla base dell’associazione tra sonniferi e maggior rischio di demenza, speriamo che questa ricerca aumenti la cautela tra i medici quando prescrivono farmaci per il sonno ai pazienti ad alto rischio di demenza”,